E anche quest’anno nonostante tutto è arrivata la primavera. Ma invece che respirare il profumo dei gelsomini in fiore respiriamo paura. Siamo chiusi in casa, non possiamo andare al lavoro, a scuola, vedere gli amici, farci un giro. Tutti. Senza distinzione. E per colpa di cosa? Di un virus. Chi avrebbe mai pensato ad uno scenario del genere? Quelle che stiamo vivendo sono situazioni che fino a pochi giorni fa erano ipotizzate solo in quei film americani apocalittici che neanche mi piacciono. E invece sta succedendo davvero. Io non posso lamentarmi. Ho una bella casa, una bella famiglia con cui vado d’accordo, un giardino che mi permettere di uscire pur restando a casa. Cerco di essere perfetta nel rispettare le regole perché questo acquieta le mie paure e mi da la speranza di poter uscire prima da questa situazione. Non ho paura per la malattia, che ci ha già sfiorati, ma per quello che sta succedendo fuori. Vedo solo quello che ci arriva dalla televisione, ma le cose viste in televisione sono un po’ come i film. Sono dentro ad uno schermo, non sono dentro a casa tua, non sono nella tua città. E mi fa paura non sapere. Posso immaginare lo strazio, l’angoscia, la stanchezza di chi questa epidemia la sta combattendo. Ed è per rispetto a loro che non ci dobbiamo lamentare mai. Ho paura, sono arrabbiata, sono preoccupata ma oggi la primavera mi dice di guardare avanti. Lo dobbiamo a chi sta peggio di noi, a chi combatte in prima linea, a chi sta male davvero e a chi purtroppo non sarà qui per raccontarlo.